“qUé ViVa MeXicO!”

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Girarsi il Messico con i mezzi locali alla ricerca di Frida Kahlo, Diego Rivera, il comandante Marcos e il temutissimo Montezuma mi ha concesso l’opportunità di conoscere un paese ricchissimo di colori e poesia.

Se tuo fratello ti dice: ” Per un periodo vado a vivere in Chiapas, in Messico…”, tu che fai?!? Non approfitti subito per andarlo a trovare?! E così il mio Messico è cominciato a Ciudad de Mexico, dove a Teotihuacan in cima alle due piramidi, quella del sole e quella della luna, ho subito realizzato la vastità del suo cielo.

Basta soffermarsi a guardare uno qualsiasi dei murales di Rivera per cogliere l’essenza vera di questo paese: in ogni particolare da lui dipinto si trova tutto quello che poi si coglie con gli occhi. Il vero Messico è quello che sta al di fuori dei confini di Cancùn, costruita appositamente per accogliere migliaia di turisti l’anno. Il vero Messico è quello girato sui mezzi locali, in compagnia della gente del posto; è quello trovato nei tamales comprati per strada per pochi pesos, è quello dei colori vivi e accesi con cui tingono i sarape, lo si trova poi nei sorrisi senza denti e nella quiete che appartiene a ogni messicano che nasce e cresce in questo paese.

Da Ciudad de Mexico ridiscendo subito verso l’oceano, trovando Mazunte come luogo adatto in cui fermarsi, un posto dove avrei voluto rimanere per sempre; chissà oggi come sarà diventato…Il potenziale di un luogo così è troppo appetibile per i cultori del business, che spesso hanno la capacità di deturpare la sacralità di un posto in un attimo. Su questo tratto di costa ci sono varie località che meritano la pena di una visita: da Playa Ventura, a Puerto Escondido e sempre vicino a Mazunte ci sono Zipolite e San Augustinillo, che rendono piacevole qualsiasi momento. In un oceano di sensazioni, dove il cuore batteva all’impazzata e la testa pulsava di pensieri, qui mi sono proprio accomodata. Attonita, fresca e sollevata, avrei voluto che il tempo si bloccasse in tutti quegli istanti, avendo la possibilità di catturare l’immobilità di ogni particolare che mi circondava, per conservarlo fino al momento in cui tutto sarebbe ripreso a scorrere e oltre.

Prima di arrivare in Chiapas, sono passata per Oxaca de Juàrez, una delle cittadine più graziose che avessi mai trovato prima nel mondo, con le sue case color pastello e con il suo Zocalo gremito di gente a tutte le ore del giorno, la cui importanza di condividere un momento insieme nella solita piazza è il simbolo di tutto il Messico: fermarsi e prendersi del tempo viene messo in cima alla lista delle cose da fare durante la giornata.

Arrivare in Chiapas poi è stato velocissimo ed è qui che si ha proprio la sensazione di “QUE VIVA MEXICO!”. Il Chiapas è uno stato del Messico oggetto sempre di storie di ribellioni da parte degli indigeni, che hanno dato poi vita negli anni ’80 all’Esercito Zapatista, nato per reclamare i diritti di quelle persone che amano la loro terra a tal punto di trovarsi a lottare sempre e comunque. I ricordi più belli che mi hanno dato l’opportunità di entrare a pieno nei sentimenti e nei luoghi di un paese, non solo come persona in visita, ma come persona empaticamente vicina ad un popolo, penso di averli trovati qui e forse anche tra gli Himba in Namibia.

Il Chiapas è un altro mondo, una dimensione a sé rispetto al resto del Messico.

Mio fratello in quel periodo viveva a San Cristobal de las Casas, che con il suo mercato variopinto si trasformava, tutte le volte, in un quadro di Simon Silva. San Cristobal è stata la nostra base per poter partire alla volta di Oventic, un caracol zapatista a quasi 2000 mt di altitudine, su per la selva chiapatista. Prima di entrare un cartello con su scritto: “AQUI MANDA EL PUEBLO Y EL GOBIERNO OBEDECE”, ti fa capire subito la forma di pensiero attiva alla quale ruota tutto attorno. Dentro è tutto un murales…basta avere tempo per soffermarsi a osservare e si legge la storia; 4 zapatisti, bardati di passamontagna mi hanno accolta e mi hanno raccontato la storia di quel caracol. Oventic ti da l’opportunità di percepire tutta la densità della loro resistenza e la pazienza e l’entusiasmo che dovremmo mettere nelle cose in cui crediamo veramente.

Dopo Oventic è stata la volta di Acteal, sede di una delle stragi più terribili del paese: 45 indigeni riuniti in preghiera, che chiedevano pace, giustizia e dignità furono crivellati da un gruppo di paramilitari, senza che nessuna autorità pubblica muovesse un dito….Ed era solo il 1997. Nei dintorni di Acteal siamo rimasti tre giorni, mio fratello teneva tallers di commercio giusto nei paesini indigeni della selva, per aiutare i produttori locali di caffè a non entrare nelle mani dei gringos americani, ma a realizzarsi senza l’aiuto di nessuno se non quello della loro terra e delle loro mani. E mentre lui si occupa di formare i contadini io trascorrevo le giornate con i bambini…Mi ricordo ancora che mi è bastato tirar fuori dalla borsa un per me banalissimo scotch di carta per attirare l’attenzione di un gruppetto e giocarci tutto il pomeriggio attaccandoci e staccandoci pezzetti di scotch addosso. Da qui ho capito che niente mai è così banale.

La “Bodega de Mayanvinic” mi ha dato il letto più originale dove non avessi mai dormito prima: sacchi di caffè addossati l’uno sull’altro sono stati il nostro giaciglio notturno per le due notti, lì su quelle montagne sperdute. Che esperienza strepitosa!

Dopo il Chiapas e con tutta la bellezza della vita negli occhi siamo ripartiti per Palenque, da lì in poi l’intento era quello di scoprire le civiltà maya e arrivare nello Yucatàn sani e salvi…Le ore interminabili trascorse sugli autobus locali mettevano a durissima prova sia mente che corpo; ma alla fine ce l’abbiamo fatta.

Palenque merita notevolmente la visita, anche solo per dove sono situate le rovine: nel bel mezzo di una fittissima foresta con piante tropicali enormi. Dopo Palenque abbiamo risalito la penisola e ci siamo fermati a Merida, per comprare un’ amaca, quella che sarebbe stata poi il mio letto di alcune delle notti a venire. Chi si ferma a Merida deve assolutamente visitare il Parque natural de Celestun: una distesa infinita di fenicotteri rosa che agli occhi cancellano i colori dell’acqua, delle mangrovie intorno e fanno diventare tutto completamente rosa, un bel colpo all’occhio che merita la sosta di due ore.

Trovarsi poi nello Yucatan e non andare a ChicenItza è un insulto al Messico, è come venire in Italia e non mangiare la pizza…impossibile! Chicen-Itza  è un importante complesso archeologico maya e le sue rovine si estendono su una superficie di 3 chilometri quadrati, ci sono volute più di 5 ore per poterlo visitare tutto, ma la curiosità di ammirare un posto  così ricco di storia ci ha sollevati da qualsiasi fatica possibile.

Lo Yucatan ti offre davvero un sacco di opportunità belle da poter conoscere e posti perfetti dove potersi rilassare: non dimenticate quindi di tuffarvi in un Cenote: un buco nella terra, dove l’acqua ha creato un’ecosistema meraviglioso….non dimenticate poi di arrivare alla piccola isola di Holbox, da noi raggiunta di notte su una lancia da naufraghi, sulla quale monti e pensi: ” Che Dio me la mandi buona!”…Non dimenticate i sette colori della Laguna Bacalar e il paradiso all’ improvviso di Mahahual! Diffidate però da rimanere al centro del paese, basta dirigersi qualche chilometro al di fuori e hai la possibilità di viverti tutto quel “bendiddio” in completa solitudine. E poi arriva Tulum, con le sue rovine maya sulla spiaggia, la sabbia bianca e i confort che servono dopo un mese e mezzo in giro con lo zaino in spalla.

Il Messico è proprio una terra di miti e leggende, una terra di solitudine e di rivolte che spesso portano al dolore, ma anche di voglia di vivere e di colori accesi. Il Messico è una terra di povertà e miseria, che trova un risvolto nelle fiestas frenetiche e nelle urla dei bambini. E’ una terra di diffidenze, intervallate da sorrisi regalati e occhi che raccontano la storia. Questo è il Messico che cercavo e che fortunatamente ho trovato.

E dopo questa lunga lettura ascoltatevi questo pezzo

ECCO QUALCHE UTILE CONSIGLIO PER VOI, CHE VOLETE ANDARE IN MESSICO:

  • Il Messico è un paese ricco di storia e di vita, quindi se avete la possibilità, il primo consiglio che vi scrivo è quello di prendervi il più tempo possibile per girarselo. Per fare questo, vi consiglio di optare per l’autobus; hanno sia orari notturni che diurni e sono il mezzo migliore per girare il Messico, poiché c’è una rete molto ben organizzata. Per risparmiare sul tempo potete viaggiare di notte, anche perché sono autobus moderni e attrezzati per le tratte lunghe in notturna. Questo è il sito della principale compagnia di autobus messicana: https://www.ado.com.mx/ado2/#/.
  • Oltre agli autobus, per le tratte più brevi, affidatevi ai colectivos: sono furgoncini da circa 10 posti, una sorta di taxi condiviso…Una soluzione molto economica e sicura.
  • Oaxaca è una cittadina bellissima, ricca di eventi culturali, non scordatevi di metterla tra le vostre tappe, dove fermarvi per un paio di notti minimo.
  • In Messico è molto forte e sentito il culto dei morti: è proprio il paese dove i morti fanno festa! Se capitate da quelle parti nel periodo tra ottobre e novembre, il vostro viaggio potrebbe trasformarsi in un’esperienza unica; ci saranno manifestazioni, eventi, sfilate, il tutto dipinto in una cornice di colori e storie meravigliose assolutamente da non perdere.
  • A Città del Messico non dimenticate di andare a vedere i murales di Rivera al Palazzo Nazionale, che si affaccia proprio sullo zocalo centrale.
  • Durante il mio viaggio, io personalmente non avevo prenotato niente, né autobus, né posti dove dormire e non ho mai, dico mai, avuto difficoltà nel trovare una collocazione o un posto libero su un mezzo. Il Messico è un paese molto grande e offre quindi una buona offerta; il consiglio che mi sento di darvi è quello di lasciarvi liberi che i percorsi possono cambiare da un momento all’altro e non sentirvi quindi ristretti da un obbligo di prenotazione già fatta dall’Italia.
  • Per andare in Messico non servono particolari vaccinazioni…portatevi però un buon repellente per le zanzare!
  • Nello Yucatàn fanno delle amache bellissime, compratevene una, sarà il miglior souvenir da portare a casa.

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