Qualcuno una volta mi disse: ” Meglio trovarsi di fronte ad un elefante, piuttosto che ad un quadro di Van Gogh”….Beh opinabile, senza minima ombra di dubbio…ma chi ha provato la sensazione di sentirsi così piccolo al cospetto di un essere vivente così grande, credo che la pensi esattamente come quel qualcuno.
La Namibia è stato un parco gioco a cielo aperto, h24, chilometro dopo chilometro. Anche l’esperienza Windhoek la definirei un parco giochi, di quelli però da film horror: una delle città più pericolose della Terra, lo dimostra il filo spinato avvolto attorno ad ogni casa e le milioni di raccomandazioni che mi hanno fatto non appena sono atterrata, creando uno stato psicologico mentale in me, da rendermi quasi capace di voltare i tacchi e tornare indietro, proprio lì, da dove ero arrivata. Mi sono sentita subito fragile, così ho deciso immediatamente di abbandonare ogni minima possibilità di esposizione cittadina e inoltrarmi nelle infinite distese aride; scappo dall’inferno in un batter d’occhio e mi basta oltrepassare macchine, caos, barriere e quant’altro, per ritrovarmi in paradiso…come una bambina mi emoziono alla vista di ogni animale che trovo lungo il cammino. E’ inevitabile.
Attraverso l’ Etosha per raggiungere il prima possibile gli Himba a nord del paese e mi accorgo subito che sono di fronte ad un documentario già visto in televisione milioni di volte. Ad un certo punto del viaggio decido di appuntare sul mio taccuino tutte le specie animali incontrate e in brevissimo tempo riempio tre pagine intere: giraffe, rinoceronti, ghepardi, facoceri, ippopotami, zebre, springboks, scimmie, iguane, iene, elefanti….fino ad arrivare al Re della savana: il leone.
Ci sono state mille esperienze vissute durante quel viaggio, la prima fra tutte quella di ritrovarsi con la macchina bloccati in mezzo ad un branco di ghepardi, forse affamati o forse solo incuriositi dalla nostra presenza…attimi in cui ho sentito il battito del mio cuore risuonare nella cassa toracica, nella pancia e nella gola contemporaneamente…
E poi come dimenticare l’incontro con Queen Elisabeth, la donna nera più cicciona che avessi mai visto prima, con un sorriso così bello da volertici perdere fino alla fine del mondo, che mi ha regalato la danza degli Himba e l’impronta del loro rosso fuoco sulla mia pelle.
E ancora il risveglio improvviso all’alba da parte di un paio di scimmie, che affamate cercavano tra i resti della nostra cena qualcosa da mettere sotto i denti per la loro colazione…
La scalata interminabile e faticosa sulla duna 45…
La birra offerta dalla vera babysitter di Bjork, trovata per caso sotto un casottino sperduto nel niente di fronte ad una vallata meravigliosa piena di cavalli selvaggi…
La prima volta in un paese fantasma, mangiato dal deserto con tale voracità, da rendersi conto di quanto sia brutta la fame…
E poi quella notte infinita di stelle, sotto un cielo d’Africa fatto di silenzi, interrotti da suoni mai sentiti prima e da immagini indimenticabili, come l’arrivo di un branco di elefanti giunti ad una pozza per abbeverarsi, proprio lì davanti ai miei occhi…E come per magia un dialogo incomprensibile di movimenti e versi tra una mamma elefante e una mamma rinoceronte, entrambe con un solo obiettivo: proteggere i loro cuccioli senza farsi e dover far del male: una bellissima lezione di vita, che dovremo essere pronti ad imparare!
Guardatevi questo video e arrivate in Africa in un batter d’occhio!
Vi lascio qui di seguito qualche utile consiglio e le cose che assolutamente non sono da perdere!
A Windhoek abbiamo noleggiato un Toyota pick up con la maggiolina sopra il tetto e con annessa tutta l’attrezzatura necessaria per fare camping ovunque e quando dico tutta, intendo davvero tutta! La soluzione é abbastanza cara, ma non di certo lo sarebbe meno dormire nei lodge e affittare una normale auto, che probabilmente vi limiterebbe anche le zone da vedere, spesso serve un 4X4 per arrivare in alcuni posti. Considerate che con quel mezzo si giunge ovunque e l’opportunitá che ti concede di poter accampare e dormire dove vuoi non ha eguali. L’agenzia di noleggio, ottima ed efficace, a cui noi ci siamo rivolti era: http://www.camping-carhire.com/
I parchi e le aeree che assolutamente non dovete perdere sono:
- l’Etosha (http://www.etoshanationalpark.org/ ) dove potete dormire nelle zone all’ interno attrezzate per il camping o nei lodge;
- parco nazionale del Waterberg;
- area naturale del Namib desert;
- parco nazionale della Skeleton Coast;
- area del Fish River Canyon.
Ci sono poi dei posti ricchi di fascino come Kolmanskop, la città fantasma per eccellenza, che si trova a sud, vi chiederanno un biglietto per entrare; Lüderitz, una graziosa cittadina che si affaccia sull’oceano, caratterizzata da tipiche casette in stile bavarese, da qui potete andare anche a vedere i pinguini, esattamente al Diaz Point; procuratevi un buon canocchiale, perché ad ogni modo si vedono da lontano. Se vi piacciono i cavalli, sulla strada per arrivare a Lüderitz c’é una zona meravigliosa, dove si ha la possibilitá di vedere un enorme branco di cavalli selvaggi, cosa che per noi resta cosa alquanto bizzarra, visto che il cavallo é un animale che siamo abituati a vederlo nella stalla, o in un maneggio, ma mai in piena libertá. Qui vi trovate a Aus e se cercate un alloggio valido andate a http://www.klein-aus-vista.com/attractions/wild-horses-of-the-namib/
A nord, invece, assolutamente da non perdere é andarsene alla ricerca del popolo Himba, dovete andare nel Kaokoland e precisamente a Opuwo, vi merita fermarvi qui e chiedere info ai gestori dei vostri alloggi. Noi abbiamo avuto la fortuna di trovare una donna Himba per strada, che ha deciso di portarci al suo villaggio, ma ad ogni modo a Opuwo in molti vi sapranno aiutare. Gli Himba sono ormai abituati a ricevere visite, l’importante é essere rispettosi e mai troppo invadenti nei loro confronti; per ringraziarli di avervi ricevuto sarebbe opportuno portargli dei doni, come della farina di mais. L’esperienza vale la pena e la loro accoglienza sará sicuramente un bellissimo esempio da imitare.