In Portogallo in compagnia di Tabucchi e Pessoa.

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Prima di partire per il Portogallo è necessario leggere qualcosa di Pessoa o di Antonio Tabucchi; per questo, entrate in qualsiasi libreria e compratevi immediatamente un “Sostiene Pereira” del secondo o una qualsiasi raccolta di poesie del suo amico Pessoa.

Il Portogallo è un paese molto bello, mi azzarderei forse a dire: il più bello fra quelli che ho visto in Europa; è un paese aspro e selvaggio, di un fascino accattivante che, con la sua fatiscenza e le sue tradizioni, ti catapulta, a tratti, in un mondo di altri tempi. La sua posizione geografica lo rende, forse, un paese dimenticato dal resto del continente, laggiù attaccato alla Spagna, che si affaccia sulla vastità dell’oceano. Ci si dimentica del Portogallo probabilmente anche perché non se se ne sente parlare molto, non compare quasi mai nelle notizie di politica estera e credo che questo non possa essere altro che un punto a suo favore.

L’anno in cui vivevo in Spagna ho colto la palla al balzo più volte, così che spesso e volentieri mi ritrovavo ad attraversare il confine per vivere un’avventura portoghese.

Noleggiatevi un’auto, o ancor meglio un furgone camperizzato, il Portogallo è una terra adatta per rendere magici i momenti in cui, dopo una lunga giornata a giro per il paese, si decide di fermarsi per trascorrere la notte.

Qui di seguito vi segnalo i posti che assolutamente non sono da perdere, quelli per cui merita il viaggio, partendo dal nord del paese e scendendo verso sud:

  • Miranda Do Douro, qui c’è un canyon molto bello che vale la pena percorrere con una barca, o ancor meglio con una canoa.
  • Parque nacional Pereda Geres, al confine nord con la Spagna, una delle maggiori attrazioni naturali del paese.
  • Ponte da Barca è un paese proprio al confine con il parco nazionale, un posto tranquillo dove fare una sosta.
  • Braga, cittadina ricca di fascino e dal carattere giovane.
  • Porto, una piccola Lisbona, ancor più fatiscente rispetto alla capitale, colma di storia e soprattutto di  cantine da visitare, dove soffermarsi a bere un buon “Porto”.
  • Costa Nova, piccolo villaggio di pescatori rimesso a novo, con tutte le sue casette a righe e il mercato del pesce gestito dalle mogli dei pescatori.
  • Coimbra, la cittadina universitaria per eccellenza.
  • Batahla, famosa per il suo monastero maestoso ed imponente.
  • Obidos, una chicca bianca dentro le mure fortificate.
  • Peniche, situata a nord di Lisbona, sulla costa, accoglie tantissimi turisti d’estate.
  • Lisbona, non esistono parole sufficienti per descriverla; Lisbona trasuda di storie vere e di realtà quotidiane messe sotto gli occhi di tutti. E’ una città davvero bella, adagiata sul mare, con un’eleganza raffinata, che si ritrova anche nei suoi palazzi decadenti.
  • Sintra, vicinissima a Lisbona, ha un castello multi color che è assolutamente da visitare e uno invece di epoca mora davvero bello da scoprire.
  • Algarve, è la zona sud del Portogallo, quella dove trascorrere un’estate fantastica. L’ Algarve è scogliere, scalette ripide per raggiungere le calette, è tramonti infiniti, surfisti in mare, natura e niente più. Ovunque andiate starete bene, non dimenticatevi di raggiungere Cao san Vincente, che sia a piedi, in bicicletta, in macchina…andateci! Sulla punta estrema, ai piedi del faro, sarete padroni dei mari, che di fronte a voi spumeggiano fino alle Americhe.

Questo sito vi potrà essere utile se state decidendo di organizzare un viaggio in Portogallo: https://www.visitportugal.com/it

…E prima di partire addolcite le vostre orecchie con un fado di Amalia Rodriguez.

“qUé ViVa MeXicO!”

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Girarsi il Messico con i mezzi locali alla ricerca di Frida Kahlo, Diego Rivera, il comandante Marcos e il temutissimo Montezuma mi ha concesso l’opportunità di conoscere un paese ricchissimo di colori e poesia.

Se tuo fratello ti dice: ” Per un periodo vado a vivere in Chiapas, in Messico…”, tu che fai?!? Non approfitti subito per andarlo a trovare?! E così il mio Messico è cominciato a Ciudad de Mexico, dove a Teotihuacan in cima alle due piramidi, quella del sole e quella della luna, ho subito realizzato la vastità del suo cielo.

Basta soffermarsi a guardare uno qualsiasi dei murales di Rivera per cogliere l’essenza vera di questo paese: in ogni particolare da lui dipinto si trova tutto quello che poi si coglie con gli occhi. Il vero Messico è quello che sta al di fuori dei confini di Cancùn, costruita appositamente per accogliere migliaia di turisti l’anno. Il vero Messico è quello girato sui mezzi locali, in compagnia della gente del posto; è quello trovato nei tamales comprati per strada per pochi pesos, è quello dei colori vivi e accesi con cui tingono i sarape, lo si trova poi nei sorrisi senza denti e nella quiete che appartiene a ogni messicano che nasce e cresce in questo paese.

Da Ciudad de Mexico ridiscendo subito verso l’oceano, trovando Mazunte come luogo adatto in cui fermarsi, un posto dove avrei voluto rimanere per sempre; chissà oggi come sarà diventato…Il potenziale di un luogo così è troppo appetibile per i cultori del business, che spesso hanno la capacità di deturpare la sacralità di un posto in un attimo. Su questo tratto di costa ci sono varie località che meritano la pena di una visita: da Playa Ventura, a Puerto Escondido e sempre vicino a Mazunte ci sono Zipolite e San Augustinillo, che rendono piacevole qualsiasi momento. In un oceano di sensazioni, dove il cuore batteva all’impazzata e la testa pulsava di pensieri, qui mi sono proprio accomodata. Attonita, fresca e sollevata, avrei voluto che il tempo si bloccasse in tutti quegli istanti, avendo la possibilità di catturare l’immobilità di ogni particolare che mi circondava, per conservarlo fino al momento in cui tutto sarebbe ripreso a scorrere e oltre.

Prima di arrivare in Chiapas, sono passata per Oxaca de Juàrez, una delle cittadine più graziose che avessi mai trovato prima nel mondo, con le sue case color pastello e con il suo Zocalo gremito di gente a tutte le ore del giorno, la cui importanza di condividere un momento insieme nella solita piazza è il simbolo di tutto il Messico: fermarsi e prendersi del tempo viene messo in cima alla lista delle cose da fare durante la giornata.

Arrivare in Chiapas poi è stato velocissimo ed è qui che si ha proprio la sensazione di “QUE VIVA MEXICO!”. Il Chiapas è uno stato del Messico oggetto sempre di storie di ribellioni da parte degli indigeni, che hanno dato poi vita negli anni ’80 all’Esercito Zapatista, nato per reclamare i diritti di quelle persone che amano la loro terra a tal punto di trovarsi a lottare sempre e comunque. I ricordi più belli che mi hanno dato l’opportunità di entrare a pieno nei sentimenti e nei luoghi di un paese, non solo come persona in visita, ma come persona empaticamente vicina ad un popolo, penso di averli trovati qui e forse anche tra gli Himba in Namibia.

Il Chiapas è un altro mondo, una dimensione a sé rispetto al resto del Messico.

Mio fratello in quel periodo viveva a San Cristobal de las Casas, che con il suo mercato variopinto si trasformava, tutte le volte, in un quadro di Simon Silva. San Cristobal è stata la nostra base per poter partire alla volta di Oventic, un caracol zapatista a quasi 2000 mt di altitudine, su per la selva chiapatista. Prima di entrare un cartello con su scritto: “AQUI MANDA EL PUEBLO Y EL GOBIERNO OBEDECE”, ti fa capire subito la forma di pensiero attiva alla quale ruota tutto attorno. Dentro è tutto un murales…basta avere tempo per soffermarsi a osservare e si legge la storia; 4 zapatisti, bardati di passamontagna mi hanno accolta e mi hanno raccontato la storia di quel caracol. Oventic ti da l’opportunità di percepire tutta la densità della loro resistenza e la pazienza e l’entusiasmo che dovremmo mettere nelle cose in cui crediamo veramente.

Dopo Oventic è stata la volta di Acteal, sede di una delle stragi più terribili del paese: 45 indigeni riuniti in preghiera, che chiedevano pace, giustizia e dignità furono crivellati da un gruppo di paramilitari, senza che nessuna autorità pubblica muovesse un dito….Ed era solo il 1997. Nei dintorni di Acteal siamo rimasti tre giorni, mio fratello teneva tallers di commercio giusto nei paesini indigeni della selva, per aiutare i produttori locali di caffè a non entrare nelle mani dei gringos americani, ma a realizzarsi senza l’aiuto di nessuno se non quello della loro terra e delle loro mani. E mentre lui si occupa di formare i contadini io trascorrevo le giornate con i bambini…Mi ricordo ancora che mi è bastato tirar fuori dalla borsa un per me banalissimo scotch di carta per attirare l’attenzione di un gruppetto e giocarci tutto il pomeriggio attaccandoci e staccandoci pezzetti di scotch addosso. Da qui ho capito che niente mai è così banale.

La “Bodega de Mayanvinic” mi ha dato il letto più originale dove non avessi mai dormito prima: sacchi di caffè addossati l’uno sull’altro sono stati il nostro giaciglio notturno per le due notti, lì su quelle montagne sperdute. Che esperienza strepitosa!

Dopo il Chiapas e con tutta la bellezza della vita negli occhi siamo ripartiti per Palenque, da lì in poi l’intento era quello di scoprire le civiltà maya e arrivare nello Yucatàn sani e salvi…Le ore interminabili trascorse sugli autobus locali mettevano a durissima prova sia mente che corpo; ma alla fine ce l’abbiamo fatta.

Palenque merita notevolmente la visita, anche solo per dove sono situate le rovine: nel bel mezzo di una fittissima foresta con piante tropicali enormi. Dopo Palenque abbiamo risalito la penisola e ci siamo fermati a Merida, per comprare un’ amaca, quella che sarebbe stata poi il mio letto di alcune delle notti a venire. Chi si ferma a Merida deve assolutamente visitare il Parque natural de Celestun: una distesa infinita di fenicotteri rosa che agli occhi cancellano i colori dell’acqua, delle mangrovie intorno e fanno diventare tutto completamente rosa, un bel colpo all’occhio che merita la sosta di due ore.

Trovarsi poi nello Yucatan e non andare a ChicenItza è un insulto al Messico, è come venire in Italia e non mangiare la pizza…impossibile! Chicen-Itza  è un importante complesso archeologico maya e le sue rovine si estendono su una superficie di 3 chilometri quadrati, ci sono volute più di 5 ore per poterlo visitare tutto, ma la curiosità di ammirare un posto  così ricco di storia ci ha sollevati da qualsiasi fatica possibile.

Lo Yucatan ti offre davvero un sacco di opportunità belle da poter conoscere e posti perfetti dove potersi rilassare: non dimenticate quindi di tuffarvi in un Cenote: un buco nella terra, dove l’acqua ha creato un’ecosistema meraviglioso….non dimenticate poi di arrivare alla piccola isola di Holbox, da noi raggiunta di notte su una lancia da naufraghi, sulla quale monti e pensi: ” Che Dio me la mandi buona!”…Non dimenticate i sette colori della Laguna Bacalar e il paradiso all’ improvviso di Mahahual! Diffidate però da rimanere al centro del paese, basta dirigersi qualche chilometro al di fuori e hai la possibilità di viverti tutto quel “bendiddio” in completa solitudine. E poi arriva Tulum, con le sue rovine maya sulla spiaggia, la sabbia bianca e i confort che servono dopo un mese e mezzo in giro con lo zaino in spalla.

Il Messico è proprio una terra di miti e leggende, una terra di solitudine e di rivolte che spesso portano al dolore, ma anche di voglia di vivere e di colori accesi. Il Messico è una terra di povertà e miseria, che trova un risvolto nelle fiestas frenetiche e nelle urla dei bambini. E’ una terra di diffidenze, intervallate da sorrisi regalati e occhi che raccontano la storia. Questo è il Messico che cercavo e che fortunatamente ho trovato.

E dopo questa lunga lettura ascoltatevi questo pezzo

ECCO QUALCHE UTILE CONSIGLIO PER VOI, CHE VOLETE ANDARE IN MESSICO:

  • Il Messico è un paese ricco di storia e di vita, quindi se avete la possibilità, il primo consiglio che vi scrivo è quello di prendervi il più tempo possibile per girarselo. Per fare questo, vi consiglio di optare per l’autobus; hanno sia orari notturni che diurni e sono il mezzo migliore per girare il Messico, poiché c’è una rete molto ben organizzata. Per risparmiare sul tempo potete viaggiare di notte, anche perché sono autobus moderni e attrezzati per le tratte lunghe in notturna. Questo è il sito della principale compagnia di autobus messicana: https://www.ado.com.mx/ado2/#/.
  • Oltre agli autobus, per le tratte più brevi, affidatevi ai colectivos: sono furgoncini da circa 10 posti, una sorta di taxi condiviso…Una soluzione molto economica e sicura.
  • Oaxaca è una cittadina bellissima, ricca di eventi culturali, non scordatevi di metterla tra le vostre tappe, dove fermarvi per un paio di notti minimo.
  • In Messico è molto forte e sentito il culto dei morti: è proprio il paese dove i morti fanno festa! Se capitate da quelle parti nel periodo tra ottobre e novembre, il vostro viaggio potrebbe trasformarsi in un’esperienza unica; ci saranno manifestazioni, eventi, sfilate, il tutto dipinto in una cornice di colori e storie meravigliose assolutamente da non perdere.
  • A Città del Messico non dimenticate di andare a vedere i murales di Rivera al Palazzo Nazionale, che si affaccia proprio sullo zocalo centrale.
  • Durante il mio viaggio, io personalmente non avevo prenotato niente, né autobus, né posti dove dormire e non ho mai, dico mai, avuto difficoltà nel trovare una collocazione o un posto libero su un mezzo. Il Messico è un paese molto grande e offre quindi una buona offerta; il consiglio che mi sento di darvi è quello di lasciarvi liberi che i percorsi possono cambiare da un momento all’altro e non sentirvi quindi ristretti da un obbligo di prenotazione già fatta dall’Italia.
  • Per andare in Messico non servono particolari vaccinazioni…portatevi però un buon repellente per le zanzare!
  • Nello Yucatàn fanno delle amache bellissime, compratevene una, sarà il miglior souvenir da portare a casa.

Adagiate sul mare…

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Adagiate sul mare di una costa aspra, vertiginosa e così frastagliata esistono cinque terre, molto simili tra loro con un valore unico, che permettono di scoprire un pezzo d’Italia di forte qualità, come se fosse stato costruito dalle mani di un’artista, che prima di andarsene, avesse voluto lasciare la sua opera alla portata di tutti.

Le cinque terre bisogna viversele a piedi, abbandonandosi  all’idea del cammino, concedendosi così l’opportunità di scoprire una parte di costa davvero meritevole, che se incontrata in una giornata di sole, acquista un valore che non ha eguali.

Monterosso…poi VernazzaCorniglia, Manarola e infine Riomaggiore…Un dipinto naif di dolcezza e luce, che avevo aspettato troppo a lungo di poter vedere, ma che una volta scoperto ho impresso nelle cartoline della mente, con su scritto: “Qui ci dovrò tornare!”.

Per chi vuole raggiungerle consiglio vivamente di lasciare a casa l’auto e optare per il treno; una volta lì, raggiungete i borghi attraverso i sentieri che le collegano lungo la costa tra le pendici, coltivate a viti e l’odore di salsedine che arriva dal mare.

http://www.cinqueterre.it/it

“Dal porto di Vernazza le luci erano
a tratti scancellate
dal crescere dell’onde invisibili al
fondo della notte.”

(E.Montale)

 

4644 km attraverso la Turchia…

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Che cos’è il fascino?

E’ seduzione. E’ incanto e capacità di attrarre le persone.

Tutte caratteristiche che rientrano nella parola Turchia.

Basta atterrare ad Istanbul per avere subito quest’ impressione…città di mille culture, sfaccettature, occasioni e scoperte…La cara vecchia Costantinopoli trasuda di storia e di influenze extra-confine, con i suoi quartieri fatiscenti e quelli invece che si snodano tra palazzi ben tenuti e giardini curati.

A Istanbul ho provato la sensazione più forte di caldo che abbia mai provato in tutta la mia vita…L’estate del 2010 è stata fuori da ogni credibilità, neanche gli amici turchi riuscivano a spiegarsi una tale quantità di gradi nell’aria; così camminavamo come bradipi sempre alla ricerca dell’ombra o di un succo di melograno con il quale refrigerarsi. Per fortuna il desiderio di conoscenza ha sovrastato ogni temperatura e così siamo partiti comunque alla volta dell’est, lasciandoci una casa accogliente dietro di noi, per concederci l’avventura dell’ignoto.

Prima tappa AMASRA adagiata sul Mar Nero, forse, a primo impatto, uno dei posti  più integralisti che i miei occhi avessero mai visto prima; lì il mio desiderio di mare si è subito frenato di fronte ad una spiaggia piena di persone la cui nudità non era lecita nemmeno ai più piccoli. Sarebbe stato terribilmente imbarazzante e chiaramente inappropriato indossare un bikini occidentale di fronte agli occhi di chi per scelta, o per imposizione, chissà, non sa nemmeno cosa significhi sentire i raggi del sole scaldare la propria pelle e così ho deciso che quel mare non l’avrei provato se non con gli occhi.

Dopo Amasra siamo ridiscesi verso l’interno e ci siamo fermati a SAFRANBOLU, dove abbiamo trovato una Turchia di altri ritmi, rispetto alla caotica Istanbul lasciata qualche giorno prima e dove ricordo ancora che ci siamo concessi un gustosissimo borek sotto l’albero delle scarpe: un calzolaio ha pensato bene di appendere i suoi “frutti” sui rami di una quercia, al di sotto della quale avevamo il piacere di mangiare divinamente.

E poi ancora viaggiando…più a sud abbiamo raggiunto la famosa CAPPADOCIA…qui il viaggio si è riempito di meraviglia; quando la natura e l’uomo collaborano all’estetica della perfezione, non si può richiedere altro che la meraviglia. La Cappadocia è una distesa infinita di “camini delle fate” e non solo, un vero esempio di come vulcano, vento, erosione, tufo e magia hanno reso possibile la nascita di un paesaggio fuori da ogni originalità.

Ma la Cappadocia non è solo roccia e polvere, è anche alberi, verde e acqua…C’ è un percorso molto bello a Belisirma lungo un fiume, durante il quale s’incontra anche un simpatico chioschino in legno direttamente sull’acqua, dove le paperelle vengono a farti compagnia.

La Valle di Hilara ci ha donato, fra le tante, anche un buffo e divertente incontro con un tipo che ci ha portati a provare la bella sensazione di avere l’argilla tra le mani con l’intento di riuscire a modellare un vaso e poi ancora un momento di forte adrenalina tra i cunicoli della città sotterranea e infine il più magico dei magici muezzin della storia, che se chiudo gli occhi lo sento ancora risuonare nelle orecchie.

Dopo aver salutato la Cappadocia ci siamo rimessi in macchina e diretti a sud , perchè dopo il Mar Nero sarebbe stata la volta del Mediterraneo e poi dell’Egeo, che con tutta la sua storia ci ha poi svelato un sacco di belle leggende. E così percorriamo la costa di Olympo, fino ad arrivare a PATARA, dove qualcuno si è concesso anche un taglio di capelli molto originale. A Patara c’è una spiaggia lunga 9 km, fatta di sabbia, granchi e onde e qui la vacanza si sentiva proprio sulla pelle.

Il relax si è poi allungato fino alle farfalle….un relax  raggiunto grazie ad una barca, il cui fascino non aveva niente da invidiare ad un galeone dei pirati. L’obiettivo era quello di arrivare alla “KELEBEK VALLEY“, dove kelebek significa appunto farfalla; questo è proprio un angolo di paradiso, una conca sul mare, senza nessuna via di fuga, se non l’acqua, con alle spalle una parete di roccia infinita e di fronte un’acqua cristallina, che la sera, quando i giornalieri se ne vanno, si riposa al calar del sole. La possibilità di pernottarci l’abbiamo colta al volo, decidendo addirittura di fermarci una notte più del dovuto….quel luogo davvero incantato meritava lo stop della nostra tabella di marcia.

Dopo il sud abbiamo ricominciato a risalire, fermandoci a PAMUKKALE,  il cui bianco delle piscine naturali si dipingeva con pennellate di rosa all’arrivo della sera e dove perdersi per la vecchia Hidrapolis ci ha fatto respirare aria di storia.

Le soste a venire sono state tutte azzeccate: prima EFESO, con la sua agorà ancora intatta, poi AYVALIK, con i suoi vicoli fatiscenti dipinti a regola d’arte e infine ASSOS, un gioiello dell’Egeo, dal cui pontile in legno mi sono affacciata sulla Grecia e ci ho lasciato il cuore.

La Turchia mi ha accolta a mani tese e negli anni mi ha dato dimostrazione di essere sempre pronta ad avermi tra le sue braccia…la mia piccola amica turca mi ha concesso anche l’esperienza meravigliosa di vivere un grasso grosso matrimonio turco, con tutte le sue tradizioni e i suoi preziosi momenti, che mi hanno fatto provare la sensazione di sentirmi sempre a casa, anche a così tanti km di distanza e in un paese, comunque, dove i principi presidenziali non combaciano esattamente con i miei.

Profumo di Maremma…

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Qualcuno continua a ripetermi che la Maremma è il luogo giusto per trascorrere la propria vecchiaia…non che sia un paese per vecchi, citando i fratelli Coen, ma credo che qui si trovi quella quiete che si va cercando, quando hai trascorso una vita in movimento.
Eh già…la Maremma è quiete, è saggezza, è genuinità e profuma di serenità.
Non trascorre anno che non ci faccia una capatina, anche solo per un week end, ma è necessaria.
La conosco nei minimi particolari e non mi annoia mai, perché  tutti i posti che vedo raccontano un po’ di me.
Vi sono luoghi incantevoli che fanno bene agli occhi e sapori particolari che deliziano il palato, un connubio perfetto per volercisi trasferire.
Certo, la miglior cosa è potersela vivere fuori stagione, quando per arrivare a Cala Violina non c’è bisogno di svegliarsi all’alba con la paura di non trovare comunque posto per parcheggiare la bicicletta…
Lascio qui di seguito un itinerario di sette giorni da provare che può essere utile a chi quella quiete va cercando…
1 GIORNO: ogni posto è bello per alloggiare in Maremma, a voi l’imbarazzo della scelta…un consiglio che vi concedo con il cuore è di rifugiarvi alla” casetta” nei pressi di Castiglione della Pescaia, un luogo magico in tutti i sensi, che racconta la Maremma non appena varcherete quel cancello (https://www.homeaway.it/affitto-vacanze/p1455834). Premetto che non c’è nessun interesse economico da parte mia nel consigliarvi questo posto, ho solo il piacere di condividere i luoghi belli.
Una volta sistemati, visitate il paese di Castiglione che è una perla storica sul mare e la sua lunga spiaggia, che offre sia la libertà di sdraiarsi dove si vuole, che la possibilità di un bagno attrezzato per i più comodoni.
2 GIORNO: la mattina preparatevi per un trekking, quindi svegliatevi presto e abbiate cura di non dimenticare panini e acqua in abbondanza nel vostro zaino…si parte verso Cala Violina!    ( https://www.google.com/maps/d/viewer?mid=1zIMvsb8su9lOLhLJKqXtBumHJQM&hl=it&gl=it&ptab=2&ie=UTF8&msa=0&om=1&t=h&ll=42.85603009895958%2C10.773918999999978&spn=0.006992%2C0.010911&source=embed&z=16)
Com’è raggiungibile??
Ci si arriva prendendo la Strada Statale delle Collacchie all’uscita di Castiglione della Pescaia in direzione di Follonica, un cartello sulla sinistra ci indica la località.
Effettuata la svolta a sinistra, si prosegue per una strada sterrata per circa 1km, si lascia la macchina nel parcheggio apposito, che d’estate è a pagamento, e si prosegue a piedi per circa 1 km, immersi nella bellissima macchia mediterranea, 20 minuti di camminata che vengono ripagati dalla bellezza del posto.
Volendo si può raggiungere sempre a piedi o addirittura in bicicletta, anche dalla località il Puntone…il sentiero è più lungo, sono circa 4 km, ma in questo modo si ha la possbilità di vedere anche Cala Martina e altre calette meravigliose!!
3 GIORNO: oggi si va più a sud e ci dedichiamo all’arte!!! Si raggiunge quindi il “Giardino dei Tarocchi” (http://www.giardinodeitarocchi.it/)…un luogo incredibile, basta entrare dentro la Papessa per rendersi conto della genialità dell’artista! Dopo la visita al giardino si visita Capalbio, un piccolo paese molto carino che merita una sosta. E per concludere in bellezza la giornata ci si bagna al calar del sole nelle acque calde di Saturnia…
4 GIORNO: Un po’ di relax visto il grande girovagare del giorno prima….si consiglia per oggi TALAMONE e la sua spiaggia, per gli appassionati di wind surf  e di kite…questo è il luogo giusto!
5 GIORNO: Destinazione PORTO SANTO STEFANO! da qui partono i traghetti per l’isola di Giannutri….ASSOLUTAMENTE SI!!!!!!:)Sull’isola non sempre il barrettino è aperto…portatevi da bere e da mangiare e un sacchetto di voglia di camminare fino al faro!
6 GIORNO: oggi si va in montagna…direzione Monte Amiata! Ci sono un sacco di percorsi da dedicare per un buon trekking e da non perdere assolutamente Santa Fiora!! Nel pomeriggio ci si può fermare a Pitigliano per la cena, la bellissima città del tufo.
7 GIORNO: l’ultimo giorno lo dedicherei al Parco dell’Uccellina, con la sua bellissima spiaggia infinita, sulla quale potrete percorrere milioni di passi e avere la fortuna di avvistare qualche volpe al tramonto, che viene alla ricerca di qualche briciola caduta dai panini volanti.
Se poi vi avanza fatevi un bel trekking: da Talamone proseguite seguendo in salita su via cala di forno, ci sarà una bella salita che vi stroncherà il fiato, arrivati in fondo ci sarà un cancello e da qui entrate dentro il Parco dell’Uccellina, prendete il sentiero e arrivate alla cala delle Cannelle!!!! Meraviglioso sentiero che si snoda lungo il litorale!

Un, dos, tres…Spagna!

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Spagna è per me sinonimo di casa, un posto dove ogni scusa è buona per poterci tornare.

Il mio primo incontro con la Spagna è stato tramite un biglietto Inter-Rail, che si è arricchito poi attraverso la scelta di viverci per un anno intero, concedendomi la possibilità di diventare grande, capendo in pieno cosa significasse cavarsela da sola e regalandomi due delle più belle amicizie che ho poi mantenuto negli anni…e infine questo incontro continua a crescere attraverso le scoperte di luoghi, così sperduti da risultare a volte sconosciuti anche agli spagnoli stessi.

Non esiste una città in Spagna di cui non ricordi un vicolo, un ristorante, un angolo e non esistono momenti importanti, vissuti lì, che non siano ben sistemati dentro lo zaino che mi sono portata dietro durante ogni occasione.

E’ chiaro che per chi non c’è mai stato sarebbe un insulto non percorrere Las Ramblas di Barcellona, non prendersi del tempo per fare colazione a la “Mallorquina” a Puerta del Sol a Madrid, non visitare il Guggenheim a Bilbao o non entrare nella cattedrale di Santiago de Compostela, magari dopo 800 km percorsi a piedi alle spalle…Sarebbe un insulto anche non fare la coda aspettando di poter visitare l’Alhambra a Granada o perdersi tra gli azulejos sivigliani, magari dopo una serata trascorsa tra cervezas e flamenco.

Ma c’è anche una Spagna un po’ più nascosta che regala meraviglie altrettanto meritevoli, di un interesse particolare, che solo per il fatto di essere un po’ più nascoste, agli occhi della massa turistica, meritano, a mio parere, di essere toccate ancor di più.

Ecco qua un prezioso vademecum per tutti i curiosi che adorano provare e vivere cose diverse….non perdetevi il carnevale a Ciudad Rodrigo, una deliziosa cittadina vicino al confine portoghese…non perdetevi poi le coste cantabre, così preziose e vere, a differenza di quelle che si trovano a sud, così ricche di cemento….e ancora non perdetevi la giovinezza di Salamanca, che profuma di vita, spensieratezza e divertimento. Non dimenticate l’Extremadura che con il suo “Womad” a Caceres si colora di musica, arte e danza. Per gli amanti della natura non perdetevi assolutamente El Congost de Monterebei, un posto incredibile sui Pirenei, che mi ha lasciato un sacco di bei ricordi, tra cui un bagno con le amiche nude tra le acque che scorrono per quel canyon…E per chi ancora ama la montagna c’è la Sierra de la Peña de Francia, che in cima alla sua vetta ti fa sentire il re del mondo e ti concede un rifugio caldo in qualche locanda di Candelario, un paese che si è fermato nel tempo.

Questa forse è la Spagna che più amo, perchè quando un posto lo si vive per più tempo e in più occasioni si ha la possibilità di entrarci nelle viscere, catturandone la vera essenza.

I colori della Corsica

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Il sole ha fatto l’amore con il mare – sosteneva Saint Exupéry – con una tale intensità da generare la Corsica. In effetti non aveva tutti i torti, aggiungo io.

Questa bella immagine qui, l’ho visualizzata proprio quando ho affrontato lo sterrato più impietoso trovato nel mio girovagare per il mondo, che mi ha condotto di fronte alla cartolina più bella che avessi mai potuto ricevere: Saleccia. D’improvviso ci si trova ai Caraibi, dove le palme lasciano però spazio ad una macchia mediterranea, che, inevitabilmente, da un tocco di colore alla lunga spiaggia bianca.

La Corsica è un’isola che ti concede tutto ciò che vai cercando: rocce di granito rosso, trekking preziosi, acque cristalline, mucche al pascolo, paesi colorati, pozze d’acqua dolce dove potersi immergere a tutte le ore del giorno e della notte, zone desertiche… E tra un luogo ed un altro c’è sempre pronta un’ ombra sotto la quale rilassarsi leggendo un buon libro.

Questa bell’isola la si percorre per lungo e per largo e non ci si annoia mai…Rientra in quei posti perfetti per trascorrere una vacanza selvaggia e avventurosa, dove l’adrenalina sale sia sotto l’acqua con una buona maschera e un buon boccaglio, che in cima alla vetta di una montagna.

I posti da non perdere in Corsica…

  • Santa Giulia, Bonifacio a Sud Est dell’isola c’è la spiaggia di Santa Giulia, vicina a Rondinara. Nei mesi estivi è forse la spiaggia più affollata della Corsica, sappiatelo!
  • Palombaggia, Porto Vecchio. E’ fatta di rocce rosse, sabbia bianca, pini marittimi e acque trasparenti da cui sorgono isolotti disabitati.
  • Ile Rousse, Calvi. Siamo nella zona dei calanchi, ripidi scogli a picco sul mare con calette raggiungibili solo in barca.
  • La Girolata. Per raggiungerla bisogna usare la barca o incamminarsi lungo una mulattiera in mezzo alla macchia mediterranea che parte dal Col de la Croix. La fatica è ampiamente ricompensata dal paesaggio offerto dalla spiaggia. Nel cuore della riserva naturale di Scandola, la Girolata è un fazzoletto di sabbia scura circondato da rosse lastre di porfido e basalto sputate dalle eruzioni vulcaniche, modellate dal mare e dal vento.
  • Ostriconi. E’ forse una delle spiagge più selvagge dell’ isola ed è uno dei punti di accesso al Desert des Agriates.
  • La Saleccia, raggiungibile solo in barca o con una jeep 4X4, non fate la cavolata di andarci con la macchina normale!Una spiazza caraibica d’infinita bellezza, c’è anche un campeggino molto spartano e vi consiglio di rimanerci almeno un paio di giorni.
  • Corte. E’ un paese che si trova nell’interno, nella valle della Restonica, concedetevi una pausa dal mare per rifugiarvi fra queste montagne! Se vi piace “trekkingare” andate per sentieri e raggiungete il lago Melo e Capitello, su internet troverete tutti i sentieri e i percorsi da fare per arrivarci.

Africa.

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Qualcuno una volta mi disse: ” Meglio trovarsi di fronte ad un elefante, piuttosto che ad un quadro di Van Gogh”….Beh opinabile, senza minima ombra di dubbio…ma chi ha provato la sensazione di sentirsi così piccolo al cospetto di un essere vivente così grande, credo che la pensi esattamente come quel qualcuno.

La Namibia è stato un parco gioco a cielo aperto, h24, chilometro dopo chilometro. Anche l’esperienza Windhoek la definirei un parco giochi, di quelli però da film horror: una delle città più pericolose della Terra, lo dimostra il filo spinato avvolto attorno ad ogni casa e le milioni di raccomandazioni che mi hanno fatto non appena sono atterrata, creando uno stato psicologico mentale in me, da rendermi quasi capace di voltare i tacchi e tornare indietro, proprio lì, da dove ero arrivata. Mi sono sentita subito fragile, così ho deciso immediatamente  di abbandonare ogni minima possibilità di esposizione cittadina e inoltrarmi nelle infinite distese aride;  scappo dall’inferno in un batter d’occhio e mi basta oltrepassare macchine, caos, barriere e quant’altro, per  ritrovarmi in paradiso…come una bambina mi emoziono alla vista di ogni animale che trovo lungo il cammino. E’ inevitabile.

Attraverso l’ Etosha per raggiungere il prima possibile gli Himba a nord del paese e mi accorgo subito che sono di fronte ad un documentario già visto in televisione milioni di volte. Ad un certo punto del viaggio decido di appuntare sul mio taccuino tutte le specie animali incontrate e in brevissimo tempo riempio tre pagine intere: giraffe, rinoceronti, ghepardi, facoceri, ippopotami, zebre, springboks, scimmie, iguane, iene, elefanti….fino ad arrivare al Re della savana: il leone.

Ci sono state mille esperienze vissute durante quel viaggio, la prima fra tutte quella di ritrovarsi con la macchina bloccati in mezzo ad un branco di ghepardi, forse affamati o forse solo incuriositi dalla nostra presenza…attimi in cui ho sentito il battito del mio cuore risuonare nella cassa toracica, nella pancia e nella gola contemporaneamente…

E poi come dimenticare l’incontro con Queen Elisabeth, la donna nera più cicciona che avessi mai visto prima, con un sorriso così bello da volertici perdere fino alla fine del mondo, che mi ha regalato la danza degli Himba e l’impronta del loro rosso fuoco sulla mia pelle.

E ancora il risveglio improvviso all’alba da parte di un paio di scimmie, che affamate cercavano tra i resti della nostra cena qualcosa da mettere sotto i denti per la loro colazione…

La scalata interminabile e faticosa sulla duna 45…

La birra offerta dalla vera babysitter di Bjork, trovata per caso sotto un casottino sperduto nel niente di fronte ad una vallata meravigliosa piena di cavalli selvaggi…

La prima volta in un paese fantasma, mangiato dal deserto con tale voracità, da rendersi conto di quanto sia brutta la fame…

E poi quella notte infinita di stelle, sotto un cielo d’Africa fatto di silenzi, interrotti da suoni mai sentiti prima e da immagini indimenticabili, come l’arrivo di un branco di elefanti giunti ad una pozza per abbeverarsi, proprio lì davanti ai miei occhi…E come per magia un dialogo incomprensibile di movimenti e versi tra una mamma elefante e una mamma rinoceronte, entrambe con un solo obiettivo: proteggere i loro cuccioli senza farsi e dover far del male: una bellissima lezione di vita, che dovremo essere pronti ad imparare!

Guardatevi questo video e arrivate in Africa in un batter d’occhio!

Vi lascio qui di seguito qualche utile consiglio e le cose che assolutamente non sono da perdere!

A Windhoek abbiamo noleggiato un Toyota pick up con la maggiolina sopra il tetto e con annessa tutta l’attrezzatura necessaria per fare camping ovunque e quando dico tutta, intendo davvero tutta! La soluzione é abbastanza cara, ma non di certo lo sarebbe meno dormire nei lodge e affittare una normale auto, che probabilmente vi limiterebbe anche le zone da vedere, spesso serve un 4X4 per arrivare in alcuni posti. Considerate che con quel mezzo si giunge ovunque e l’opportunitá che ti concede di poter accampare e dormire dove vuoi non ha eguali. L’agenzia di noleggio, ottima ed efficace, a cui noi ci siamo rivolti era: http://www.camping-carhire.com/

I parchi e le aeree che assolutamente non dovete perdere sono:

  • l’Etosha (http://www.etoshanationalpark.org/ ) dove potete dormire nelle zone all’ interno attrezzate per il camping o nei lodge;
  • parco nazionale del Waterberg;
  • area naturale del Namib desert;
  • parco nazionale della Skeleton Coast;
  • area del Fish River Canyon.

Ci sono poi dei posti ricchi di fascino come Kolmanskop, la città fantasma per eccellenza, che si trova a sud, vi chiederanno un biglietto per entrare; Lüderitz, una graziosa cittadina che si affaccia sull’oceano, caratterizzata da tipiche casette in stile bavarese, da qui potete andare anche a vedere i pinguini, esattamente al Diaz Point; procuratevi un buon canocchiale, perché ad ogni modo si vedono da lontano. Se vi piacciono i cavalli, sulla strada per arrivare a Lüderitz c’é una zona meravigliosa, dove si ha la possibilitá di vedere un enorme branco di cavalli selvaggi, cosa che per noi resta cosa alquanto bizzarra, visto che il cavallo é un animale che siamo abituati a vederlo nella stalla, o in un maneggio, ma mai in piena libertá. Qui vi trovate a Aus e se cercate un alloggio valido andate a http://www.klein-aus-vista.com/attractions/wild-horses-of-the-namib/

A nord, invece, assolutamente da non perdere é andarsene alla ricerca del popolo Himba, dovete andare nel Kaokoland e precisamente a Opuwo, vi merita fermarvi qui e chiedere info ai gestori dei vostri alloggi. Noi abbiamo avuto la fortuna di trovare una donna Himba per strada, che ha deciso di portarci al suo villaggio, ma ad ogni modo a Opuwo in molti vi sapranno aiutare. Gli Himba sono ormai abituati a ricevere visite, l’importante é essere rispettosi e mai troppo invadenti nei loro confronti; per ringraziarli di avervi ricevuto sarebbe opportuno portargli dei doni, come della farina di mais. L’esperienza vale la pena e la loro accoglienza sará sicuramente un bellissimo esempio da imitare.

Cammino per salutare l’Islanda…

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Organizzare un viaggio in Islanda di 13 giorni con andata “via aereo” e ritorno “via mare e terra” credo sia stata una delle avventure più belle che abbia mai potuto provare.

E tra Terra e cielo, lì nel mezzo, c’è un’isola che ti lascia a bocca aperta nel vero senso della parola. Le sensazioni di freddo e di forte vento, nate all’interno della nostra immagine collettiva, scompaiono nel momento esatto in cui ti rendi conto di quanto sia bello far entrare dentro di se’ tutta quella natura così intatta e vera, da permetterti di bere ovunque, a qualsiasi fiume trovato lungo la strada.

Quando si lascia la famosa Ring Road per immergersi nell’interno lunare dell’isola si realizza il motivo per cui i Sigur Ròs fanno quel genere di musica li: la quiete, la vastità dei luoghi attorno, la luce e i colori della Terra, si assaporano proprio chiudendo gli occhi e ascoltando “Hoppìpolla”.

Ed è proprio nel bel mezzo di quell’isola che ci si rende conto di come è nata la Terra…Tutto ad un tratto ci si ritrova in un tempo primordiale, che solo sui libri avevo visto prima. Una Terra intatta, cruda, viva e reale da farti subito rendere conto di quanto quell’immagine lì manchi agli occhi di chi è abituato a vivere tra palazzi, auto, fabbriche e caos.

Sono atterrata a Reykjavík, dirigendomi subito in direzione est con un mezzo meraviglioso, che mi ha permesso di raggiungere quell’interno così ambito dalla mia curiosità di scoperta: un pick-up cabinato dotato di qualsiasi comodità , la più grande fra tutte quella di poter parcheggiare, per trascorrere la notte, in ogni dove, a lato di una distesa fra tante di magma fossilizzato, o sotto una tra le infinite cascate d’acqua presenti sull’isola.

L’Islanda mi ha fatto due doni bellissimi: la quiete e la capacità di sentirmi parte di un mondo che vorrei. Ci potrei tornare mille volte e mille volte ancora.

Ascoltatevi questo pezzo e benvenuti in Islanda…..

consigli utili per chi vuole visitare l’Islanda!

L’Islanda è un paese molto caro, non si può certo dire che rientri nelle vacanze low cost. Per questo motivo noi abbiamo trovato una soluzione che ci ha permesso di ammortizzare vari costi, ossia quella di noleggiare dall’Italia un pick-up cabinato con la possibilità di spendere ancora meno, perchè a fine stagione la ditta che li noleggia ha bisogno che i mezzi siano riportati in Italia, o al contrario, a inizio estate, hanno bisogno di driver che glieli portino su. Può sembrare una grande sfacchinata e a tratti lo è, scendere da Copenaghen dritti no stop verso l’Italia è un po’ stancante, ma ne vale assolutamente la pena, anche per i due giorni  e mezzo di traversata nel mare del Nord con il traghetto.  Detto questo non so se la ditta è ancora attiva in questa cosa, ad ogni modo per scoprirlo vi metto qui il sito che vi rimanda ai contatti, telefonategli o scrivetegli una mail e il gioco è fatto!

Parliamo adesso di itinerario… Scrivo di seguito le tappe che abbiamo fatto; per ognuna vale assolutamente la pena fermarsi! Inizio subito con il dire che per fare questo itinerario noi ci abbiamo messo 13giorni.

  1. atterriamo a Reykjavik…se arrivate tardi come è successo a noi andate a dormire al Motel Alex-center, pulito, curato e vicino all’aereoporto. La città non ha nessuna attrattiva particolare, basta assolutamente un pomeriggio per fare due passi in centro.
  2. Pingvellir, visitate qui il famoso parco nazionale delle due placche tettoniche, quella nord-americana e quella europea.
  3. Geyser, luogo che ha dato il nome ai soffioni di acqua bollente che fuoriescono dalla terra.
  4. Gullfoss, le più ampie cascate d’Europa.
  5. Skogar, qui c’è la cascata più bella del mondo ( a mio parere!): roccia nera, prati verdi e sabbia vulcanica!
  6. Solheimajokull, un ghiacciaio da assaporare con gli occhi, non ci andate da soli!
  7. Dyrholaey, la famosa spiaggia nera, location di molte pubblicità.
  8. Myrdals-jokull, paesaggi strepitosi.
  9. Reynisfjall, altra spiaggia nera con roccia di cobalto.
  10. zona intorno a Vik, ancora paesaggi strepitosi!
  11. Landamannalauger, indescrivibile, fatevi un bel trekking fino alle fumarole di Brennisteinsalda
  12. Laki, zona di vecchi crateri spenti, anche qui andate a farvi un trekking e godetevi lo spettacolo dall’alto (sentiero n. 2 e n.1).
  13. Vatnajokull, ghiacciaio sul quale si può fare un’escursione (tour organizzato dalla “glacier walk”) attrezzati di ramponi e racchette ( non ci andate assolutamente da soli!!).
  14. Svartifoss, piccola passeggiata per giungere ad una cascata in una bella cornice naturale.
  15. Fjallsarlon, il più famoso dei laghi glaciali islandesi.
  16. Hofn, piccolo villaggio dal quale ci siamo imbarcati per tornare verso l’Italia.

Mi raccomando: qualunque sia la soluzione del vostro viaggio, noleggiatevi un 4X4, in Islanda c’è solo la ring road asfaltata, dopodiché tutte le strade, che vanno verso l’interno, sono sterrare e in alcuni tratti c’è anche da guadare qualche fiume ( niente di troppo pericoloso!!). Concedetevi qualche bagno termale nelle pozze naturali, a Landamannaluger ce n’è uno bellissimo! Non avventuratevi mai soli su un ghiacciaio, ogni anno purtroppo ci muore qualche turista. E infine godetevi tutto quel “bendiddio” naturale, riempitevene i polmoni e gli occhi…

“Hotel Essaouira”

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Se dovessi pensare al titolo di un film da girare penserei a “Hotel Essaouira”, i ricordi che ho di quella viva cittadina sarebbero fonte d’ispirazione per una sceneggiatura perfetta.

Il mio Marocco inizia a Fes e intraprendo un itinerario diverso dal solito, il più battuto lo lascio a temperature migliori in altri periodi dell’anno. L’interno marocchino a dicembre ti può sorprendere con bufere di neve e freddo intorno allo zero; così opto per la costa, che se pur atlantica, mi permette di trovare ancora qualche bouganville in fiore.

E così lungo la costa tocco qua e là qualche medina e non solo.

Le medine marocchine sono state proprio un’esperienza…sì, perchè ti possono far catapultare dentro una storia delle mille e una notte, quando sei in salvo dentro un Riad organizzato per accogliere ospiti, ma allo stesso tempo possono portarti a vivere momenti di forte smarrimento, perchè il Riad è il porto felice dentro il labirinto che si apre come una tempesta che ti fa perdere qualsiasi tipo di orientamento. Regola numero 1 dentro una medina: fare attenzione ai punti di riferimento! Se poi si capita dentro al mercato, tra galline, spezie, dolci ricoperti di mosche, stoffe colorate e pelli asciugate al sole, a quel punto si è fottuti!

Da nord a sud e viceversa percorro 2.450 km su una Skoda puzzolente e sudicia, che mi permette di confondermi tra gli standard presenti sulle strade di questo paese. Il Marocco mi ha regalato momenti, più che fotografie. Ricordo ancora il silenzio nella notte di capodanno a Moulay Driss, interrotto alle cinque del mattino da un richiamo del muezzin fatato. Le uniche voci le ho sentite lì, la gente che si preparava per andare alla moschea, riempiendo i viottoli del paese, sotto ancora i raggi della Luna. Ricordo anche il rumore incessante e costante delle mandorle di argan schiacciate da un gruppo di donne al villaggio D’Imi N’Tlit…un movimento stereotipato, senza sosta e a ritmo, che già da lontano, prima di giungere alle porte della cooperativa Tamounte, si avvertiva. Quelle mani e quei sorrisi come poterli dimenticare. E poi ricordo il profumo del té ovunque; la menta, affogata dentro un bicchiere di acqua calda, mi ha riscaldata milioni di volte, regalandomi anche un delizioso pranzo di Natale su un terrazzino di Tifnit di fronte all’oceano, fermando quel tempo, che spesso vola troppo in fretta.

CONSIGLI UTILI PER UNA VACANZA MAROCCHINA:

  • Il Marocco varia tantissimo e anche le temperature cambiano notevolmente, se decidete di andarlo a scoprire d’inverno non pensate di trovarci il caldo, solo per il fatto che è in Africa, anzi. Io ci sono andata nel periodo natalizio e speravo di trovare un po’ di caldo, in realtà in media erano 16/18 gradi, bene al sole, ma freschino all’ombra. D’estate invece credo sia un bel caldo e a questo punto vi consiglio di visitare l’interno ed evitare la costa, la bellezza dell’interno del paese merita sicuramente di più la pena ( ancora non ci sono stata, ma ho visto delle foto davvero belle). Se visitate l’interno lasciatevi una tappa ad Essaouira, che comunque va vista e vissuta in qualsiasi  periodo dell’anno.
  • In Marocco armatevi di grande pazienza, in particolar modo se viaggiate in modo indipendente, le persone possono essere estenuanti all’inverosimile e faranno di tutto per potervi vendere qualcosa, in particolar modo quando vi troverete dentro i bazar nelle medine. Chiaramente se volete comprare qualcosa non esiste non contrattare, quindi aprite le danze della contrattazione qualsiasi cosa vogliate comprare, è proprio nella loro indole.
  • La cucina marocchina è buonissima, provate tutti i tajine che vi presentano.
  • Se entrate a Marrakech in macchina, lasciatela in un garage a pagamento vicino al vostro hotel e non riprendetela assolutamente fino a quando andate via. Sempre a Marrakech andate a visitare i giardini di Majorelle.
  • un posto molto bello di ottima qualità/prezzo che vi consiglio è questo, si trova sud, vicino a Sidi Ouarsik.
  • Le strade sono ben tenute e con la Hertz noi non abbiamo mai avuto un problema. METTETEVI LE CINTURE DI SICUREZZA anche dietro, perché vi fanno la multa!
  • Purtroppo uno degli archi naturali che si trovano a Sidi Ifni ( li vedete nella prima foto), meno di un anno fa è crollato, informatevi bene se volete recarvi in quella zona per poterli vedere. Anche perché è una zona molto a sud del Marocco, quasi al confine con una zona un po’ pericolosa, quindi arrivare lì e rimanere delusi farebbe girare le scatole; informatevi prima di andarci!
  • Se amate surfare oltre ad Essaouira andate a Mehidia.